Durante un pomeriggio di fine agosto pensai che per me l’estate doveva durare fino al mio compleanno così, dopo aver tenuto sotto controllo per qualche giorno un volo EasyJet con destinazione Lanzarote, decisi di prenotare!
Volendo dedicarci al puro relax, abbiamo deciso di soggiornare presso una Finca (in italiano “grande proprietà”): lì ce ne sono parecchie e la nostra scelta è ricaduta sulla Eco Finca de Arrieta. Vi consiglio di preventivare il fatto che vi servirà un’auto per muovervi liberamente nell’isola: noi ci siamo arrangiati includendola nella prenotazione dell’alloggio e ci è stata data un’auto ibrida, coerentemente con l’ideale ecosostenibile della Finca.
La Finca de Arrieta è gestita da Michelle, Tila e la loro famiglia: qui ci sono 17 alloggi ognuno con il proprio spazio. Noi abbiamo optato per la Eco Yurt: si dorme in una tenda originaria della Mongolia, fornita di tutti i comfort necessari (bagno e cucina privati che si trovano all’esterno).

Devo ammettere che nonostante gli alloggi siano vicini tra loro, non sembrava ci fossero altre persone, avevamo l’impressione di essere soli. Quest’esperienza in Yurt mi è piaciuta da matti, probabilmente perché mi ha ricordato molto il campeggio: un cielo così stellato non lo vedevo da tempo!
LE TEMPERATURE
Prima di partire ho fatto il mio planning sui posti da vedere e devo dire che ho trovato molte informazioni utili anche se mi sono trovata in difficoltà nel decidere cosa mettere in valigia.
Poche persone ne hanno parlato e di solito chi lo ha fatto ha viaggiato d’estate o in primavera. Noi siamo partiti la seconda settimana di gennaio, perciò in pieno inverno! Un po’ a tastoni ho cercato di rendere varia la mia valigia, basandomi soprattutto sulle temperature previste dal meteo dell’iPhone che controllavo con ansia ogni giorno. Posso confermarvi che, come è indicato di qua e di là nei siti, a Lanzarote è primavera tutto l’anno, di giorno la temperatura si aggira intorno ai 20°C, la sera scende a 16°C circa: durante il giorno al sole si può stare tranquillamente con una t-shirt mentre quando tramonta, è necessaria una giacca (noi ci siamo trovati bene con i piumini leggeri).
Passato l’argomento temperature, bisogna affrontare l’argomento spiaggia:
- Mi abbronzerò? Sì, si può prendere il sole.
- Faccio il bagno? Nì, dipende dalla vostra percezione del freddo (però qualche sirenetto c’era).
Quindi il mio consiglio è quello di destinare al costume un posticino in valigia.

COSA VEDERE
Lanzarote è un’isola lunga 60 km quindi è possibile visitarla in lungo e in largo; noi l’abbiamo girata completamente con la nostra auto, le strade sono ben asfaltate e percorribili con facilità. Nonostante l’isola sia piccola, la differenza tra tipicità e turismo è marcata: a nord troverete le casine bianche, a sud la movida.
ARRIETA
Noi alloggiavamo vicini al paesino di Arrieta: quando siamo arrivati Tila ha approfittato del transfer per farci fare un piccolo tour della zona in cui alloggiavamo e non ha mancato di darci informazioni utili sui luoghi di interesse, sui ristoranti e sulle curiosità della zona. Arrieta è tranquilla, è piena di ristorantini che si affacciano sul mare; ci sono pochi negozi e un solo supermercato ben fornito. I luoghi di interesse principali che a mio parere vanno visti sono:
LA CASA ROJA
La Casa Roja è un edificio che stona con il paesaggio urbano circostante in quanto già dal nome si capisce che non c’entra nulla con le tipiche case bianche con le finestre blu, rosse o verdi che Manrique aveva deciso dovessero rappresentare l’isola. Salta all’occhio non solo per il fatto di essere rossa, ma anche per il fatto che ricorda una pagoda cinese (infatti è conosciuta anche come Casa China). Questa casa racchiude una storia piuttosto triste: venne costruita da Don Juan affinché la figlia potesse guarire dalla tubercolosi in una casa che avesse le sembianze della casa delle bambole! Purtroppo Juanita non guarì, morendo nel giorno dei morti nel 1921.

PUNTA MUJERES
Possiamo definirla una spiaggia rocciosa, chiamata così perché le donne una volta si appostavano lì per aspettare il ritorno dei mariti pescatori dalla giornata lavorativa. In questa zona si trovano anche delle “piscine” che rendono il bagno in Oceano più piacevole.

Per ottimizzare i tempi e godersi mezza giornata in questo paesino potrebbe essere un’idea lasciare la macchina a Playa La Garita, passeggiare lungo la costa e all’interno di Arrieta fermandosi alla Casa Roja, poi continuare fino a Punta Mujeres, stendersi e aspettare il tramonto. A Playa La Garita gustarsi un mojito vista mare al chiringuito Ron Barcelò (Tila ha detto che è il migliore dell’isola e ammetto che a noi è piaciuto molto). Per quanto riguarda i ristoranti segnalo El Pisquito e La Casita de la Playa: non saprei dire quale dei due è il migliore, probabilmente sono stati tra i posti in cui abbiamo mangiato meglio durante il viaggio.
El Pisquito da fuori sembra un tipico bar da spiaggia con le sedie in plastica e gli ombrelloni, noi ci siamo affidati alle buone recensioni di cui gode su internet e dal fatto che lo stesso Tila ce lo ha consigliato. Si trova vicino alla Casa Roja; il personale è gentilissimo e siamo rimasti entusiasti del pulpo a la plancha e delle papas arrugadas che abbiamo mangiato! Ottimo posto per un pranzo baciati dal sole.


La Casita de la Playa è un ristorantino in riva al mare in zona Playa La Garita. Nonostante la zona un po’ desolata, mi ha dato l’impressione che si tratti di un posto rinomato perché ho sempre visto gente seduta ai tavoli. Qui ci siamo venuti due volte: la prima sera ci siamo goduti un po’ di tapas (formaggio fritto con marmellata, sup
a de marisco, pulpo a la planchae, crochette di pesce), mentre la seconda sera siamo tornati per mangiare la paella di pesce, buonissima! La paella viene servita per due persone, ma credo basti anche per quattro se la accompagnate con altre tapas.
TEGUISE
Teguise è la vecchia capitale di Lanzarote e abbiamo deciso di visitarla la domenica perché abbiamo letto che viene organizzato un mercato molto grande e artigianale. Personalmente ci ha deluso poiché si tratta di un normalissimo mercato rionale che si può trovare in ogni paese o città: tanti banchetti etnici e di biancheria che hanno ben poco di tipico. Speravo di rimediarci i souvenir ma è stato un nulla di fatto: missione campanella fallita. Gli unici che si salvano sono quelli che vendono cibo, c’era un venditore di churros che faceva venire l’acquolina in bocca. Il paesino è carino e merita una visita quando non è completamente affollato, ci sono diversi ristorantini che si affacciano sulla calle e c’è la Iglesia Matriz de Nuestra Siñora de Guadalupe che con il suo campanile domina la piazzetta.

Se comunque avete intenzione di andare al mercato non fermatevi lungo la strada dove sono indicati parcheggi a pagamento ma proseguite perché con un po’ di fortuna troverete parcheggi gratuiti nelle vie vicine.
CASTILLO DE SANTA BARBARA E MUSEO DELLA PIRATERIA
Dopo aver passato la mattinata al mercato ci siamo diretti al Castillo de Santa Barbara, una fortezza che si trova su un promontorio affacciato sulla città di Teguise. La vista sulla città è molto carina e c’è la possibilità di fare dei percorsi a piedi nelle vicinanze. Data la mia passione per Pirati dei Caraibi non potevamo certo ignorare il Museo della Pirateria che si trova tra le mura del castello! All’interno si attraversano alcune stanze in cui viene raccontato come Lanzarote sia stata soggetta ad incursioni durante i secoli e le storie dei “pirati professionisti” più famosi. Non aspettatevi di vedere importanti reperti storici: la visita al museo è leggera e sicuramente adatta ai bambini, ci sono diverse illustrazioni. Il costo del biglietto è 3,00 euro. Attenzione, il museo (e la sbarra) chiudono alle 15:30.
MUSEO LAGOMAR
A circa 10 minuti di auto da Teguise si trova la Casa di Omar Sharif, colui che interpretò il Dottor Živago nell’omonimo film del 1965. Se siete suscettibili non andateci perché vi farà sentire poveri. La struttura della casa, costruita lungo una parete rocciosa, è particolare e ricorda la mitologia araba delle notti magiche. Sharif si innamorò di questa casa durante le riprese del film L’isola misteriosa e il capitano Nemo e la comprò. Oltre ad essere un famoso attore aveva la passione per il Brigde: si racconta che tale passione gli costò caro perché venne sfidato da San Benady, campione europeo di bridge, che si aggiudicò la proprietà.

È stato tanto impressionante quanto interessante visitare stanze che sono state vissute fino a pochi anni fa, i divani, le fotografie a colori del proprietario, i libri, la cucina. Al primo piano si trova il soggiorno dove ci si può rilassare qualche momento accarezzando un dolce gattino fulvo. L’ho trovato un modo diverso per entrare in contatto la storia di quella casa. La casa è incastonata in varie grotte, il giardino, meraviglioso, è immerso nel verde e la vista dalla terrazza è eccezionale, soprattutto nel tardo pomeriggio. Sono presenti un ristorante ed un bar ed è possibile affittare alcuni appartamenti con piscina. All’ingresso vi consiglio di acquistare il biglietto che comprende anche la consumazione al bar (prezzo 8,00 euro). Il museo chiude alle ore 18:00.
FAMARA
A fine giornata abbiamo fatto una passeggiata sulla spiaggia di Famara, piuttosto ventosa e famosa per i surfisti. In centro le strade sono praticamente inesistenti per via della sabbia portata dal vento. Ci sono parecchi ristorantini, scuole di surf e negozi sportivi: un posto molto giovane.

Erano parecchi giorni che mangiavamo esclusivamente pesce quindi ci siamo messi alla ricerca di un ristorante che offrisse la carne come specialità. Ci è stato consigliato il ristorante Grill Volcan de la Corona (si trova in località Haría – bisogna prenotare con largo anticipo): purtroppo la domenica chiudeva verso le 18:00 e così abbiamo ripiegato su Los Aljibes, un posto molto carino e caloroso dallo spirito argentino. Il fatto di dover bussare per entrare ti fa sentire a casa. Abbiamo ordinato delle empanadas di carne e le croquetes del dià come antipasto, poi ci siamo divorati una grigliata di carne mista di manzo e maiale con papas arrugadas e verdure il tutto accompagnato da quattro tipi di salse (mojo rojo, mojo vierde, chimichurri e aioli). Tutto buonissimo, a nostro parere le salse usatele per sbrodolarci le patate perché la carne meritava così da sola. Per concludere degnamente il pasto flan con dulce de leche: non farsi ingannare dal nome perché si tratta di un creme caramel con dulce de leche. Aggiungo che il personale è stato molto gentile e ottimo il conto! Senza alcun dubbio uno dei migliori ristoranti provati a Lanzarote.
HARÍA
Haría è un paesino a pochi minuti di auto da Arrieta. Il centro non gode di particolari luoghi di interesse ma la tranquillità che trasmette questo posto è unica.
CASA MUSEO CÉSAR MANRIQUE
Prima di parlarvi di questa attrazione apriamo una piccola parentesi su chi era César Manrique e perché è stato una figura così importante per l’isola di Lanzarote.
César Manrique nacque ad Arrecife nel 1919 e fu un artista poliedrico che si occupò di scultura, pittura, architettura, e chi ne ha giù ne metta.
Para mí, era el lugar más bello de la tierra. Y me di cuenta de que, si ellos eran capaces de verlo a través de mis ojos, entonces pensarían igual que yo.
Per me, era il luogo più bello della Terra. E mi resi conto che, se fossero stati capaci di vederlo attraverso i miei occhi, allora l’avrebbero pensata come me.
Amava particolarmente la sua isola, così si impegnò attivamente affinché, in seguito al boom turistico degli anni ’60, non venissero costruiti grandi edifici in contraddizione con il paesaggio. L’idea era mantenere la tradizione con le casine bianche ad un piano dalle porte e finestre blu, rosse o verdi.
Morì nel 1992 a causa di un’incidente stradale.
La Casa/Museo potremmo considerarla come una villetta di una normale persona benestante con il gusto per l’arte e l’architettura; tutto è rimasto fermo al 1992, l’anno della sua morte. Abbiamo trovato curioso il fatto che ci siano specchi praticamente ovunque e ci sono piaciuti molto il bagno padronale e l’atelier. L’impressione che ci ha dato è stata quella di essere a casa di un amico. Il costo dell’ingresso è in linea con quello degli altri musei (10,00 euro) però è piuttosto costoso se si considera il fatto che la visita è piuttosto breve.


Dopo la visita volevamo pranzare al Mercado Municipal de Abastos, un posticino carino in centro ad Haría dove, dopo aver scelto cosa mangiare dal bancone del mercato, il piatto viene cucinato al momento. Purtroppo erano de vacaciones (in ferie!). A questo punto ci siamo diretti verso La Puerta Verdeun locale leggermente fuori dal centro ma molto instagrammabile: qui abbiamo assaggiato il potaje canario con costilla iberica, ovvero uno stufato di maiale che alla vista non è particolarmente appetibile ma in realtà è molto buono e leggero. Data la leggerezza ci siamo concessi la mousse di gofio: il gofio è un altro piatto tipico canario molto versatile poiché viene usato sia nei dolci che nei piatti principali; consiste in un alimento che si ottiene dalla macinazione di cereali tostati. Qui senza dubbio abbiamo mangiato quello più buono ed interessante, accompagnato anche dal bienmesabe, uno sciroppo di mandorle. Nota negativa – ma non così negativa da sconsigliare – il personale è stato mooolto lento. Non abbiamo fatto altro che sentirci dire “un momentito por favor!”.
JAMEOS DEL AGUA
Un luogo unico, caratterizzato da un piacevole saliscendi e giochi di riflessi. Il posto è nato in seguito all’eruzione del Volcan de La Corona. Qui César Manrique progettò un giardino botanico, un auditorium, una piscina e un ristorante con pista da ballo. Secondo me il posto merita una visita per la grotta, in quanto è l’unico posto al mondo dove potrete vedere i granchi albini, e per l’auditorium che è immerso in un contesto molto suggestivo. L’entrata costa 15,60 euro ma se andate dopo le 15:30 pagherete il 20% in meno (come per tutte le attrazioni del circuito Cact Lanzarote).


CUEVA DE LOS VERDES
Lasciandovi alle spalle lo Jameos del Agua e attraversando la strada principale arriverete direttamente all’ingresso della Cueva de los Verdes, altra grotta formatasi in seguito all’eruzione del Vulcano. Io pensavo si chiamasse così per via della vegetazione che circonda il luogo, ma in realtà si riferisce alla famiglia di pastori che la abitava: i Verdi. La visita guidata (obbligatoria) è stata interessante e ha catturato la nostra attenzione per tutti i 45 minuti. Il clima di sotto è molto piacevole perché si aggira intorno ai 20°C tutto l’anno. La grotta, in passato utilizzata dai canari per rifugiarsi dai pirati, oggi ospita in particolare concerti di musica classica ed altri eventi.
Questo posto è famoso perché porta con sé un segreto, e chi lo visita deve mantenerlo per sé. Curiosi?
Il nostro consiglio è quello di visitare Jameos del Agua e Cueva de los Verdes nella stessa giornata, tenendo presente che l’ultimo ingresso nella Cueva è alle 16:45. Inoltre, vi consiglio di fare il biglietto cumulativo che vi consente di visitare le due attrazioni più il Mirador del Río e Jardín de Cactus ad un prezzo molto vantaggioso.
MIRADOR DEL RÍO
Un altro luogo costruito per volontà di Manrique: si tratta di un bar con vista sull’isola de La Graciosa. Il panorama merita ma abbiamo trovato eccessivo pagare quasi 5,00 euro a testa per entrare in un bar. Per risparmiare il costo del biglietto probabilmente basta spostarsi qualche metro più in là lungo la strada panoramica e ammirare il paesaggio.

JARDÍN DE CACTUS
Il Giardino dei Cactus è inserito in un bel contesto ed è tutto molto instagrammabile: ci sono un sacco di specie di cactus che ti fanno sentire in qualche posto perduto del Sud America, i più belli a nostro parere sono quelli messicani. C’è un bar che fa hamburger di cactus, purtroppo era tardo pomeriggio quindi non lo abbiamo preso! Il costo del biglietto (5,80 euro) è onesto.


ARRECIFE
Arrecife è la capitale dell’isola, noi ci siamo stati solo in serata perché volevamo passare un po’ di tempo in centro ma non ci ha fatto impazzire: c’è un porticciolo con qualche ristorante; probabilmente eravamo poco motivati ma non abbiamo trovato nulla di interessante per cui valesse la pena tornarci. È un vero e proprio centro città dove troverete le varie catene di abbigliamento.

Comunque abbiamo cenato da Strava tapas y café: si trova vicino al porto, è molto piccolo quindi conviene prenotare. Abbiamo diviso un tagliere misto di formaggi, prosciutto e frutta poi a testa abbiamo preso la carrillada de cerdo ovvero la guancia del maiale cotta nel vino rosso accompagnata da cous cous (muy bueno!!!).
YAIZA
IL PARCO TIMANFAYA
È il parco nazionale di Lanzarote, si estende per circa 51,07 km2e si è formato in seguito alle eruzioni vulcaniche del 1730, 1736 e 1824 delle Montañas de Fuego (si contano 25 crateri). La strada per raggiungere il parco è bella, il parco non è percorribile a piedi. L’entrata costa 10,00 euro a persona e comprende un tour in bus di 40 minuti: sconsigliato a chi come noi soffre di mal d’auto. Per via dell’aspetto “lunare” del paesaggio, qui sono state girate alcune scende di Odissea nello spazio. È un’attrazione piuttosto turistica, ma da vedere perché unica; perciò vi consigliamo di arrivare presto per evitare la calca, noi siamo arrivati alle 9:30 (il parco apre alle 9:00) e c’era già abbastanza gente mentre verso le 11:00 era già full.

Sul posto c’è un ristorante, El Diablo, famoso per il fatto che cucina la carne attraverso il calore naturale che proviene dalla terra. Fuori dal ristorante potrete assistere ad una piccola dimostrazione di geyser artificiali.
EL GOLFO
El Golfo è un piccolo borgo a ridosso dell’oceano, è molto caratteristico. Qui l’attrazione principale è la laguna, che ha un colore verde smeraldo eccezionale dovuto alla presenza di organismi vegetali che vivono in sospensione. Una blogger inglese che abbiamo conosciuto alla Finca ci ha detto che da El Golfo è possibile percorrere alcune zone del Timanfaya a piedi in modo tale da godersi completamente il paesaggio: attenzione però, in alcune zone il percorso è pericoloso per via del forte vento.


A pranzo ci siamo fermati da La Lapa, un ristorantino un po’ defilato dal lungomare che offre del buon pesce: qui abbiamo assaggiato le lapas, un piatto tipico a base di molluschi che, nonostante l’aspetto davvero poco invitante, aveva nel gusto il suo punto forte (il sapore e la consistenza ricordano molto le cozze). Poi ci siamo divisi un pescato del giorno e la mousse di gofio.
LOS HERVIDEROS
Risaliti in macchina ci siamo diretti a Los Hervideros, una serie di scogliere a picco sull’oceano. È un posto maestoso che merita una tappa! Belli i cunicoli scavati nella roccia e che permettono di ammirare il panorama da diverse prospettive.

LAS SALINAS DE JANUBIO
Luogo interessante per chi ama la fotografia, Alvise consiglia il teleobiettivo. Il paesaggio è molto tranquillo e rilassante.

LA GERIA
Paesaggio vulcanico, è famoso per il fatto che tra le colline vengono scavati solchi di terra per coltivare le vigne. Lungo la strada ci sono diverse bodegas dove fare degustazioni di vino e acquistare prodotti tipici. Noi ci siamo fermati da El Grifoper assaggiare la Malvasia, il vino tipico dell’isola: è un vino bianco piuttosto dolce che abbiamo accompagnato ad un tagliere di formaggi e marmellate.
PLAYA PAPAGAYO
Che voi siate a Lanzarote d’estate o d’inverno, una giornata a Playa Papagayo ve la dovete concedere. È una delle spiagge più belle che io abbia mai visto e ho scelto di passare qui il mio compleanno. Per raggiungerla dovrete percorrere circa 15 minuti di strada sterrata (non particolarmente difficoltosa) e l’entrata/parcheggio costa 3,00 euro. Playa Papagayo è una caletta sabbiosa con acqua cristallina, in estate potrebbe essere affollata ma con un po’ di volontà, mettendosi in marcia sui promontori o fermandosi lungo la strada, si può trovare qualche spiaggetta nascosta.
Per refrigerarsi o pranzare vi consiglio di andare al bar El Chringuito, molto particolare e che offre un’ottima vista sulla spiaggia. Inoltre, fermatevi ammirare il tramonto da uno dei promontori che circonda la spiaggia.
LA GRACIOSA
La Graciosa è un isolotto dell’arcipelago canario praticamente incontaminato, si estende per 29km2 ed è l’isola più piccola abitata: sono solo due i centri, La Caleta del Sebo e Casas de Pedro Barba (zona turistica privata), il resto è tutta spiaggia e paesaggio. Per raggiungerla da Lanzarote bisogna andare ad Orzola, un paesino sul porto da cui partono i traghetti per l’Isola: i traghetti partono circa ogni mezz’ora e il biglietto di A/R costa 20,00 euro a persona. Il viaggio è stato abbastanza confortevole.

Una volta arrivati sull’isola abbiamo noleggiato due biciclette con l’intento di raggiungere Playa La Francesa, il costo del noleggio è stato 10,00 euro per bici. Ad un quarto del percorso (ovvero quando è finito l’asfalto) ci siamo pentiti di averle noleggiate, a meno che non siate degli esperti di bici su sabbia vi consiglio di raggiungere la spiaggia a piedi (ci vorrà una mezz’oretta); noi alla fine le bici le abbiamo portate a mano quindi camminare è fattibile. Comunque, ci sono diversi punti dell’isola raggiungibili anche tramite un servizio transfer con la jeep ma valutate bene quanto tempo avete a disposizione perché l’ultimo traghetto dalla Caleta parte alle 17:00 (d’estate ci sono più corse).

Playa La Francesa è sabbiosa, il mare è cristallino e l’arenile spazioso: la mattinata è stata un po’ ventosa ma nel pomeriggio il vento è calato; a questo proposito vi consiglio di stendervi dietro le pietre per essere riparati e godervi la giornata baciati dal sole. L’acqua è freddissima, ma c’era qualche temerario che ha fatto il bagno. A Caleta del Sebo c’è una panederia (fa angolo) molto invitante dove non potete fare a meno di fermarvi!
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