Jó reggelt!
Se volessi produrre un film su questa vacanza non lo chiamerei “Capodanno a Budapest” ma piuttosto “Una serie di sfortunati eventi: Budapest edition“.
Da molto tempo Alvise insisteva per questa meta così per il nostro anniversario si è presentato con due biglietti easyJet a/r: ha preso due piccioni con una fava perché ad ottobre sapevamo già cosa avremmo fatto a Capodanno. You got it! Tramite Wimdu (qui alcuni accorgimenti per l’organizzazione del viaggio) abbiamo scelto un appartamento vicino alla Grande Sinagoga, quindi in una posizione abbastanza centrale. L’alloggio, un loft caldo e accogliente, si trova in un vecchio palazzo molto bello; purtroppo l’androne era abbastanza trascurato e la presenza di un sexyshop stonava con il contesto.
Avendo a disposizione 6 giorni, avrei voluto vedere tutto ciò che c’era di interessante a Budapest: dopo aver preparato un foglio Excel diviso per quartieri con le indicazioni di alcune amiche che ci erano già state (un ringraziamento speciale a Deborah, Irene, Maria e Damiana), il giorno prima di partire mi è venuta l’influenza, non una semplice alterazione, ma quella febbre che dura un’intera settimana.
Per questo motivo vi parlo di…una serie di sfortunati eventi.
La morfologia di Budapest è molto simile a quella di Praga: c’è un fiume, il Danubio, che divide la parte “nuova” da quella “vecchia”: Pest, che a sua volta può essere divisa nei quartieri Belvaros (dove alloggiavamo noi), il Parlamento, l’Isola Margherita, il Quartiere ebraico, Pest meridionale e il Parco Municipale; e Buda, in cui troviamo il Quartiere del Castello, la Collina Gellert e Taban, Obuda e le Colline di Buda.
PRIMA DI PARTIRE
- GUANTI, SCIARPA, CAPPELLO, CALZE perchè: a dicembre fa molto, moltissimo freddo.
- COSTUME DA BAGNO perchè: Budapest is full of terme pubbliche.
- SCARPE COMODE perchè: nonostante il trasporto pubblico sia ben organizzato (a vostra disposizione c’è la metropolitana,vari autobus e filobus), come a Praga, abbiamo deciso di attraversarla a piedi semplicemente perchè ci piace ammirare la città… a piedi!
31 dicembre.
Partenza alle ore 16.15 dall’aeroporto Marco Polo di Venezia e arrivo a Budapest dopo un’oretta di viaggio. Per quanto mi riguarda il viaggio è stato tremendo (forse a causa della febbre): nel momento in cui sono entrata in aereo c’era una bolgia assurda perché lo staff, una volta saliti sull’aereo, faceva tornare giù la gente per mettere il bagaglio a mano in stiva dato che non c’era più posto in cabina. Inoltre, la fase di atterraggio è stata terribile: capita anche a voi durante questo momento di sentirvi scoppiare la testa, trapanare le orecchie e indolenzire la lingua? In un bagno di lacrime mi ero ripromessa di non prendere mai più un aereo – ad esclusione del ritorno, ovviamente. Comunque se conoscete una soluzione a questo problema AIUTATEMI!
Fatto il cambio euro- fiorini, usciamo dall’aeroporto e troviamo un servizio taxi ben organizzato: c’è un chioschetto a cui rivolgersi e comunicare la destinazione, e in base a questa, vi forniranno un bollettino in cui sono indicati costi e tempo di percorrenza; poi sarete accompagnati al vostro taxi. Detto ciò, non fatevi abbindolare dai soliti furbetti che vi proporranno corse in “yellow taxi” per nulla convenienti (ciò capita appena uscirete agli arrivi).
Dopo 20 minuti arriviamo all’appartamento. La città brulicava di persone pronte a salutare il 2016, era pieno di banchettini improvvisati che vendevano trombette (abbastanza fastidiose) e parrucche per i festeggiamenti. 38° non erano quelli percepiti all’esterno ma indicavano la mia temperatura corporea: bene, ci toccherà rinunciare alle trombette ed uscire solo per rifocillarci per poi tornare a letto. Giriamo per il quartiere come dei disgraziati senza meta e arriviamo a Suelto Bistrò, che non era previsto nel nostro planning ma non ci ha affatto deluso: il posto è molto carino, direi alla mano, e i piatti si presentavano molto bene. Non si tratta di un pub in cui mangiare i soliti sandwiches, anzi, per l’occasione la cucina offriva anche un menu di Capodanno. Noi per comodità abbiamo scelto à la carte: Alvise un hamburger, io la zuppa del pescatore, 2 dolci, un’acqua e una coca, abbiamo speso circa 15 euro a testa compresa la mancia (intorno al 10-12%).
1 gennaio.
Buon Anno! Ci svegliamo molto tardi e chiedo ad Alvise se gentilmente esce a prendere la colazione perché così, a stomaco pieno, avrei potuto prendere la tachipirina di sopravvivenza. Trova TUTTO CHIUSO, compreso il change. Senza fiorini opta per Starbucks, posto che reputo piuttosto costoso senza un apparente motivo (i pancakes sono di plastica!) ma che nonostante tutto ci ha salvato.
Abbiamo passato la mattina a casa perché stavo male, e poi ripeto, era tutto chiuso. Per farvi capire la situa, al pomeriggio ci è toccato fare la coda fuori da un negozio di alimentari. Annoiati, facciamo un late lunch da Cirkusz: un posto molto giovane e carino che vi consiglio di segnare per la colazione o il brunch; tra l’altro è apprezzabile il fatto che prima di prendere le ordinazioni venga portata una bottiglia d’acqua gratis. In serata facciamo una passeggiata nelle vicinanze per capire un po’ il contesto.
2 gennaio.
Colazioniamo da The fat fairy, il posto ideale per la colazione o una merenda golosa vista la quantità di fette di torta che propongono. Purtroppo noi siamo arrivati un po’ tardi e c’era poca scelta, soprattutto per quanto riguarda il salato. E, a proposito di salato, sconsiglio caldamente il waffle con il burro d’arachidi perchè era salatissimo, a dir poco stomachevole! Noi non ci siamo trovati bene, soprattutto per le ragazze al banco che erano leeentiiissime. Però penso meriti una seconda opportunità.
Rimpinzati, andiamo verso il Parlamento: si tratta di una struttura maestosa che si trova sulle rive del Danubio. Tra le cose che non abbiamo fatto è stato visitarlo all’interno per due ragioni: contavamo di comprare i biglietti online ma purtroppo non avevamo con noi carte prepagate cariche (siamo un po’ antichi per queste cose) e, siamo andati due volte lì di persona per trovare due biglietti ma era sempre tutto sold out. Quindi, cosa buona e giusta sarebbe comprarli da casa prima di partire.

Dopo il Parlamento, costeggiando il Danubio, ci siamo diretti alle Scarpe sul Danubio: un monumento in ricordo degli ebrei fucilati e gettati nel fiume. Merita assolutamente una visita perché è piuttosto toccante!

Il nostro itinerario prevedeva la Basilica di Santo Stefano. In stile neoclassico, è il culto cristiano più grande di Budapest in cui viene custodita la mano destra del re-santo (super venerata). Attenzione però, la teca in cui è custodita si illuminerà solo se pagherete 1€. Infine, se avete tempo, salite anche alla panorama tower da cui vedrete la città dall’alto (800 HUF costo del biglietto per studenti).

Per la merenda prendiamo un kurtőskalács alle noci (uguale al trdlo di Praga) in un baracchino dietro alla Basilica: state attenti ai prezzi, perché qui lo abbiamo pagato 350 HUF (poco più di 1€) mentre in centro lo potreste pagare anche il triplo!
Non ci rimaneva molto da fare quindi si va alla Stazione Nyugati dove si trova uno dei più e l e g a n t i McDonald’s del mondo: per questo motivo merita sicuramente una visita e un tè caldo! Terminato il giro decidiamo cosa fare per cena: la nostra prima intenzione era andare in un posticino carino che avevamo scovato prima di partire e in cui volevamo riservare un tavolo per il cenone. Purtroppo, neanche quel giorno c’era posto per due persone; in effetti durante tutta la vacanza (ovunque) abbiamo fatto fatica a trovare un tavolo, a meno che non avessimo prenotato. E’ meglio organizzarsi e chiamare almeno il giorno prima.
La nostra seconda opzione è Spinoza cafè, un ristorante vicino al nostro appartamento che, a quanto pare, è molto conosciuto. Vale la pena andarci per l’atmosfera: ogni sera c’è un pianista che suona ed è ospitata una galleria d’arte e un teatro dove ogni venerdì si tengono concerti di musica klezmer. Con un briciolo di fortuna abbiamo trovato un tavolo senza prenotare (ma anche qui è necessario); io ho preso il goulash beef con gli spätzle e Alvise del semplice goulash e come antipasto l’hummus, poi due dolcetti tipici (anche qui 15€ a cranio). Il posto lo consiglio anche se l’ho trovato un po’ troppo turistico.
3 gennaio.
I nostri piani prevedevano una lunga passeggiata verso Buda quindi, prima di incamminarci, facciamo una bella colazione da Cirkusz. Attraversiamo il Ponte delle Catene: inaugurato nel 1849, era l’unico collegamento permanente tra Buda e Pest (ora in tutto ci sono 8 ponti); è sia pedonale che stradale e assomiglia un po’ al Ponte di Brooklyn.
Eccoci a Buda! Subito dopo il Ponte c’è la funivia che vi porta al Quartiere del Castello (2400 HUF in due). Noi da bravi pigroni l’abbiamo presa, voi non prendetela! Abbiamo perso mezz’ora in coda per salire e poi al ritorno ci siamo resi conto che la salita non era niente di che. Comunque dall’alto, all’uscita della funivia, c’è una bella vista su Pest. Soffermatevi 5 minuti.

Arriviamo al Bastione dei Pescatori, un punto panoramico costruito nel 1905 che semi-circonda la Chiesa di Mattia e che è composto da 7 torri bianche da cui ammirare la città. La Chiesa di Mattia Corvino è bellissima sia all’esterno che all’interno (2000 HUF in due): tra i vari tesori ecclesiastici all’interno è custodita una riproduzione della corona di Santo Stefano. Devo dire che questa strana corona ha catturato la mia attenzione – probabilmente a causa del mio essere principessa inside. Wikipedia suggerisce due teorie: la prima è che, data l’inusuale forma, si tratti di un assemblaggio di più corone (tra l’altro è considerata sacrilega perché la croce penetra nella figura di Cristo) mentre la seconda teoria suggerisce che si tratti di un insieme di due corone, una greca e una latina. Bando alle ciance, l’ho trovata particolarmente interessante. A questo punto, visitati i due punti di interesse, decidiamo di passeggiare fino al Maria Magdalona Templum che…era chiuso.

Buda mi è sembrata molto più tipica, pulita e tranquilla di Pest; tuttavia, credo che non cercherei mai un alloggio qui. Nei dintorni troverete anche il Museo di Storia di Budapest, la Galleria Nazionale ungherese e la Biblioteca Nazionale. Noi non eravamo abbastanza interessati (e preparati) per visitarli. Comunque da questo complesso c’è una strada con vista panoramica che vi farà arrivare al Ponte delle Catene.
Ceniamo da Matrjoska Bisztrò, dove avevamo prenotato con anticipo. Si tratta di un locale che propone piatti prevalentemente russi. Ordiniamo: una boršč soup (minestra di barbabietola), i pelmeny al salmone (una specie di tortellini), il maiale mangalika, e come dolce le syrniki (pancakes fritti di ricotta) e una fetta di Napoleon cake; abbiamo speso meno di 20 € a testa. Il tutto vi viene presentato in maniera impeccabile, consigliato!
4 gennaio.
Penultimo giorno a Budapest e come d’abitudine scegliamo di fare una bella colazione che copra anche il pranzo, giusto per goderci le “ore più calde”. La nostra scelta ricadeva su un locale che… abbiamo trovato CHIUSO; così per caso siamo capitati da fekete e non poteva andarci meglio visto che ce ne siamo totalmente innamorati a tal punto da voler aprire un franchising. Non è facilmente rintracciabile in quanto è ubicato all’interno dell’androne di un palazzo; comunque ci siamo andati perchè abbiamo trovato l’indicazione “breakfast”. E’ molto piccolo ma ben organizzato, tutto è cucinato nel piccolo cucinino che si trova in fondo al bar: sono proposti piatti dolci, ideali per la colazione, ma anche piatti salati come quiche e sandwiches (consigliato il croque monsieur). Non ho mai mangiato pancakes così buoni.

Decidiamo di costeggiare il Danubio per arrivare all’Isola Margherita, un’isola verde e totalmente pedonale in cui volevamo vedere la fontana e il giardino zen giapponese. Purtroppo ci siamo trovati in un’isola fantasma in cui c’era soltanto qualcuno che faceva jogging, quindi non abbiamo visto niente di tutto ciò ed è stata una piccola delusione perchè per arrivarci ci abbiamo messo abbastanza tempo. Tuttavia, l’idea che mi sono fatta è che sia bellissima in primavera/estate.
Tornando verso casa, attraversiamo Piazza della Libertà: qui durante il tardo pomeriggio un gruppo di persone si incontra per protestare in modo pacifico, con l’arte cosiddetta oratoria, di fronte al monumento in commemorazione dell’invasione dell’Ungheria da parte della Germania nazista (l’Arcangelo Gabriele – l’Ungheria – viene attaccato alle spalle da un’aquila – la Germania) poiché considerato un falso storico. Inoltre, hanno allestito un “vero monumento”, il Monumento vivo, in ricordo degli ebrei deportati dove sono raccolte foto e oggetti personali delle vittime.

La via dello shopping è Vaci Utca: qui troverete i soliti negozi di abbigliamento che abbiamo evitato optando per un vintage e designer shop, il Retrock, in cui le cose non costano eccessivamente. Per quanto riguarda i souvenir, abbiamo avuto abbastanza difficoltà a trovare dei negozi tipici in cui comprarli, però vi consiglio di rifornirvi di paprika, spezia tipica del posto!
Per cena si va da Zeller Bistro, un altro di quei posti che ci eravamo segnati per il Capodanno ma in cui non avevamo trovato posto. Il locale si trova in una via laterale, quindi non è facilmente individuabile infatti noi ci siamo serviti del GPS. Scese le scale, si entra in un ambiente piuttosto caldo e accogliente in cui i camerieri, dopo avervi offerto un aperitivo, sono pronti a rispondere ad ogni vostro dubbio. Come antipasto abbiamo ordinato una zuppa al tartufo e un piatto di ham & salami del posto; a seguire per me la grey beef steak con gnocchi ai porcini e per Alvise la beef flank steak con patate e cavolo. Un posticino per il dolce c’è sempre quindi ordiniamo una fetta di torta di carote (che, mio malgrrado, aveva le uvette); però, aprite le orecchie, con il conto vengono offerti due piccoli cupcakes e caramelle. Qui abbiamo speso un po’ più della media però, per finire in bellezza la vacanza, ci sta! Consigliata la prenotazione.
5 gennaio.
Ultimo giorno: prepariamo frettolosamente le valigie e corriamo a fare colazione da fekete. Il ritorno era previsto nel pomeriggio quindi decidiamo di passare le ultime ore per visitare il quartiere ebraico, che si trovava vicino al nostro appartamento. Andiamo alla Grande Sinagoga con l’intenzione di visitare esclusivamente la Sinagoga e non i musei: purtroppo non erano previsti dei biglietti che lo consentivano. Breve storia triste: andiamo a comprare il biglietto e il tipo, piuttosto antipatico, mi dice che ho diritto alla riduzione per gli studenti solo mostrando la Student International card (ISIC) e non il badge dell’Università. Ma stiamo scherziamo? Fino a quel momento ne avevo ignorato l’esistenza, visto che durante i miei viaggetti non mi è MAI SERVITA!!! A questo punto con l’amaro in bocca ce ne andiamo.
Vagando per il quartiere ebraico, ci siamo imbattuti nella Sinagoga Ortodossa: l’ingresso è stato un po’ losco perchè non c’è un’entrata “ufficiale” con la biglietteria, ma, fuori dalla porta, trovate un signore che vi vende il biglietto (costa 5€) e vi fa entrare, come se aprisse la porta di casa sua. Comunque, la Sinagoga è meravigliosa e all’interno c’eravamo solo noi.

INFORMAZIONI & LINK UTILI
Tirando le somme sento di aver lasciato qualcosa in sospeso, sicuramente a causa della febbre che ci ha limitati abbastanza: sono convinta che molto presto ci tornerò, magari in un weekend primaverile (mi è stato detto che d’estate fa un caldo assurdo). Di seguito vi riassumo le cose che avrei voluto fare e per cui mi ero informata.
Sicuramente vorrei visitare il Parlamento ungherese, di cui bisogna comprare il biglietto online prima di partire (vedi 2 gennaio).
Andare alle terme. Premettendo che Budapest è disseminata di bagni termali, avrete l’imbarazzo della scelta. Io non sono un’amante delle terme, anzi, mi annoiano parecchio, però vorrei assolutamente passare una giornata ai bagni Gellert: l’idea di fare il bagno in una cattedrale mi impressiona molto quindi opterei per questi. Se organizzerete la vostra giornata alle terme, tenete in considerazione che in alcuni giorni le vasche per i trattamenti sono riservate alle donne, mentre in altri agli uomini e in altri ancora ad entrambi; il mio consiglio è quindi informarsi su giorni e orari nei vari siti dei bagni termali.
Dedicare un pomeriggio alla Grande Sinagoga visto che, dopo la Sinagoga di New York, è la più grande del mondo.
Infine, noleggiare la bici e girare l’Isola Margherita in una soleggiata giornata primaverile.
In ordine di apparizione:
- SUELTO BISTRO
- CIRKUSZ
- THE FAT FAIRY
- PARLAMENTO UNGHERESE
- SPINOZA CAFE’
- MATRJOSKA BISZTRO’
- FEKETE
- RETROCK
- ZELLER BISTRO
- BAGNI GELLERT
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