Buongiorno Viaggiatori!
Di quanto siamo rimasti entusiasti del B&B Collesole ve ne ho parlato nel nostro post sul road trip in Salento. Gradara è stata la nostra tappa di ritorno durante il viaggio che ci ha riportati dal tacco dello stivale alla Laguna. Al Collesole la gentilezza la fa da padrone e Anita e Paolo sono gli host perfetti: ci hanno fatto sentire come se fossimo a casa nostra e non sono mai mancati i loro consigli sui posti da vedere e le indicazioni su cosa e dove mangiare. Io e Alvise ci eravamo promessi che saremmo tornati e così, unendo l’utile al dilettevole, lo scorso aprile ci siamo presi qualche giorno per girare un po’ nel centro Italia muovendoci in auto tra Marche, Emilia Romagna e Umbria utilizzando Gradara come base per il nostro viaggio.
Non avevamo un piano e la voglia di staccare dalla quotidianità era tantissima!
FIORENZUOLA DI FOCARA (Marche)
A pochi chilometri da Gradara, inserita nel contesto del meraviglioso Parco del Monte San Bartolo, si trova questa piccola cittadina a picco sul mare. Come l’altra volta abbiamo celebrato il nostro arrivo con un’ottima piadina da Piadinzuola. Durante l’estate inoltre è possibile scendere a piedi o con una navetta all’omonima spiaggia. Questo piccolo borgo merita assolutamente una visita: qui troverete la pace dei sensi e una vista mozzafiato sull’Adriatico.

GRADARA (Marche)
Il borgo di Gradara è stato proclamato “Borgo dei Borghi” del 2018 dalla trasmissione Kilimangiaro.
Borgo medievale, le sue alte mura racchiudono la Rocca.
In occasione del ponte primaverile la Pro Loco di Gradara ha organizzato delle visite guidate all’interno del castello: sarà che la guida ha catturato la mia attenzione con le storie frivole sui proprietari che ci hanno abitato nel tempo ma non avevo mai partecipato ad una visita guidata così interessante! Costo della visita: € 8,00

Il castello di Gradara venne edificato nel 1150 dalla famiglia De Griffo e successivamente venne affidato a Malatesta da Verucchio, capostipite e fondatore della dinastia dei grandi signori di Rimini Cesena e Pesaro, noto anche come Mastin Vecchio per via della sua longeva vita (morì centenario nonostante a quel tempo l’età media fosse molto più bassa). Si dice che il nome della città di Gradara derivi dall’espressione “Grata Aura!” esclamata proprio dal Mastin Vecchio: data la vicinanza con l’Adriatico a Gradara si respira l’aria di mare, l’aria buona!
Il castello Malatestiano è particolarmente famoso perché ha visto consumarsi la tragica storia d’amore tra Paolo e Francesca che Dante ci racconta al V Canto dell’Inferno della Divina Commedia. Il buon Mastin Vecchio aveva 5 figli e ne aveva accasati 4, l’ultimo, Giovanni Malatesta, detto Gianciotto, non era particolarmente bello: zoppo e con un occhio di vetro faceva ribrezzo a qualsiasi anima gli passasse vicino. L’occasione di accasarlo si presentò quando il Signore di Ravenna, per ragioni economiche, gli propose in sposa la figlia, Francesca da Polenta. Venne organizzato un matrimonio combinato e per evitare il gran rifiuto di Francesca una volta giunta all’altare, al matrimonio venne inviato un delegato di Gianciotto, il fratello Paolo Il Bello, che fece la sua porca figura. Il giorno successivo al matrimonio Francesca scoprì di aver passato la sua prima notte di nozze con il mostriciattolo e in lei balzò in testa l’idea di lasciarsi morire di stenti. Tuttavia, il bel cognato spesso andava a farle visita intrattenendola con la lettura del libro che raccontava la storia di Lancillotto e Ginevra, libro che non venne mai concluso perché si dice facessero delle luuuuuuuunghissime pause. Galetto fu il libro! Gianciotto un giorno venne avvisato da un servitore di fiducia e colse i due amanti sul fatto colpendoli a morte con una spada. Visitando la Rocca è possibile vedere la stanza in cui è successo il fattaccio e la scala da cui Paolo, tanto bello quanto codardo, cercò invano di scappare dalla furia del fratello. Si dice che dalla prima (e ultima) notte di nozze di Francesca e Gianciotto naque una figlia, Candida, la quale dopo aver assistito alla tragedia scappò verso altri lidi e fondò l’ordine religioso delle “Sepolte vive”. Morì di stenti a 16 anni.
Curiosità: nella stanza di Francesca è custodito un abito donato da Alberta Ferretti, copia di quello che indossò Eleonora Duse nello spettacolo teatrale sulla storia d’amore.
«Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense»
Successivamente la fortezza passò a diversi proprietari, tra questi gli Sforza.
Negli anni ’20 era ormai un rudere, ma il Signor Zanvettori, innamorato della storia d’amore tra Paolo e Francesca, decise di comprarla e ristrutturarla riportandola così in auge. Si innamorò di Alberta, più giovane di lei e istruttrice dei figli di una coppia di conoscenti; la donna fu l’ultima persona ad abitare nella Rocca: l’uomo aveva infatti perso tutti i suoi soldi al Casinò di Venezia e la rocca fu venduta allo Stato nel 1928 rimanendole in usufrutto fino alla sua morte nel 1983.
La camminata sopra le mura non è niente di particolare, mentre è davvero carina la passeggiata degli innamorati, un percorso pedonale intorno al castello che, attraversando un bosco, porta ad un prato verde.
Per la cena abbiamo scelto ancora una volta il ristorante Mastin Vecchio, in pieno centro a Gradara! La prima volta che avevamo cenato qui non avevamo potuto provare il menù alla carta per via di una festa tradizionale che si svolgeva quella sera ed eravamo rimasti con un po’ di curiosità. Nel complesso abbiamo mangiato bene anche se forse lo abbiamo trovato un po’ troppo turistico per i nostri gusti. La location è veramente bellissima!
GUBBIO (Umbria)
La città di Gubbio dista circa un’ora e mezza di auto da Gradara così, su consiglio dei nostri host abbiamo varcato il confine delle Marche e siamo andati in Umbria per passare la giornata!
Parcheggiata l’auto in un parcheggio che si trova a ridosso del centro, abbiamo deciso di procedere in salita verso la funivia che porta al Monte Ingino. Nonostante si possa raggiungere la funivia anche in auto, il percorso a piedi non è per niente faticoso anzi, è perfetto per ammirare la città medioevale e perdersi tra le vie caratteristiche del centro!

La Funivia Colle Eletto costa € 6,00 A/R e, anche se essere sospesi in una gabbia potrebbe risultare inquietante per qualcuno, vale assolutamente la pena perché permette di immergersi in un panorama bellissimo. Una volta in cima si raggiunge la Basilica di Sant’Ubaldo: costruita nel 1513 per volere delle duchesse Elisabetta ed Eleonora Gonzaga, custodisce tre ceri ovvero delle strutture in legno che in occasione della Festa del Patrono (Sant’Ubaldo appunto) vengono riportati in città la prima domenica di maggio. Un evento che si ripete ininterrottamente dal 1160: i ceri vengono coronati dalle statue di Sant’Ubaldo, Sant’Antonio Abate e San Giorgio e vengono trasportati di corsa per le vie della città, fino alla Basilica.

Presso il Monte Ingino c’è un grande spiazzo verde con vista sulla città, ideale per un buon pic-nic! Noi non ci eravamo preparati nessun pranzo al sacco quindi siamo scesi affamati e ci siamo diretti verso La Cresciamia che ci ha accolti nonostante fossero le 14:30 passate. Qui abbiamo mangiato una buona crescia (ma va?!) accompagnata da verdure grigliate che, nonostante possano sembrare banali, erano veramente ottime!
Per la cena invece ci siamo spostati nuovamente a Fiorenzuola di Focara alla Taverna del Pescatore: qui abbiamo fatto una cena di pesce eccezionale, il personale è stato super gentile. Mi raccomando fatevi mettere nella terrazza, c’è una vista bellissima sul mare!
Curiosità: Gubbio ha ospitato per ben 8 stagioni la fiction televisiva “Don Matteo”.
URBINO (Marche)
Un’altra tappa del nostro weekend fuori porta è stata la città di Urbino che dista circa 45 minuti di auto da Gradara. Anche qui abbiamo parcheggiato l’auto ai piedi della città e ci siamo diretti in centro. Piccola nota positiva: ricordo che abbiamo pagato veramente poco il parcheggio!
Urbino mi è piaciuta molto, come Gubbio è sviluppata in altezza. Arrivati in centro, siamo andati a pranzare da Piadineria l’Acquilone, un posto veramente cheap dove abbiamo mangiato una buonissima crescia marchigiana. Armatevi di pazienza: l’attesa è un po’ lunga ma avrete la garanzia di gustare del buon cibo fatto al momento!
Per smaltire i grassi e i nostri sensi di colpa ci siamo incamminati verso la Fortezza Albornoz, da dove è possibile ammirare la città di Urbino dall’alto e rilassarsi all’ombra di un alberello.
In seguito, abbiamo passeggiato per la città ammirando il notevole Palazzo Ducale. Il Palazzo venne edificato a partire dal XV secolo per volere del Duca di Urbino, Federico da Montefeltro; a partire dal 1912 ospita la Galleria Nazionale delle Marche.

SAN LEO (Emilia Romagna)
Sulla strada verso casa non poteva mancare una (veloce) tappa in quella che Umberto Eco ha definito come “La più bella città d’Italia”.
San Leo, gioiello della provincia di Rimini, è un luogo fuori dal tempo ed è stato incluso nella lista dei Borghi Più Belli d’Italia. Impossibile non restare affascinati già durante il percorso che, attraverso le dolci colline del Montefeltro, vi fa salire fino a quasi 600 metri sul livello del mare alla scoperta di questa cittadina unica. Un territorio ricco di storia e natura.
Assolutamente da non perdere durante una tranquilla passeggiata per il centro storico: la Fortezza, il Duomo di San Leone, la Torre Civica, la Pieve di Santa Maria Assunta e la bellissima vista dal punto panoramico della città.

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